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Targhe e brochure delle partecipazioni alle edizioni del Triveneto Design 90/92
 (clicca sulle immagini)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
     

         

Anni '90

 

  A partire dagli anni’80 Massimo De Chiara avvia una lunga serie di ricerche sulle potenzialità espressive del design, soprattutto in rapporto con l’arte.  
Tra 1983, e fino e fino alla seconda metà degli anniI '90, si preoccupa di evidenziare questo rapporto, talvolta in termini di utilizzo dei materiali, recuperando quelli ormai considerati obsoleti ed appartenenti alla cultura mediterranea, talaltra recuperando antiche e degradate lavorazioni, come ad esempio le lavorazioni al tornio, nelle sue varie applicazioni, al fine di ottenere sia prodotti finiti, sia come lavorazioni di base da manipolare e modificare per ricavare nuove forme.

  Altre volte ancora esasperando le ricerche sul piano formale, operando contaminazioni inusuali o spingendo gli stessi materiali usati alle estreme conseguenze della loro lavorabilità intrinseca.  
  Tutto ciò diversamente dai primi anni settanta, nel corso dei quali sperimentò la possibilità di sviluppare la pratica del design a Napoli, e nel mezzogiorno, mediante l’utilizzo di semilavorati industriali a supporto della creatività dei designer e della esperienza operativa degli artigiani.
 


l manifesto della mostra "Design in Legno" del 1989

 La nuova visione, posta alla base delle sue ricerche ed in linea con il pensiero di altri visionari maestri del design artigianale, primo fra tutti Ugo La Pietra, tendeva a  recuperare agli artigiani un ruolo importante, rendendoli protagonisti di una “produzione diffusa” in cui le diverse competenze specifiche, coordinate  dal designer, avrebbero potuto dare vita ad una sorta di “industria soft”, per sua natura non affannata dalle problematiche delle industrie “pesanti” del nord, da contrapporre ad esse, creando un design autonomo e, nel contempo, una occasione di sviluppo economico. Questo modello prevedeva una attività agile, basata su piccoli numeri, in grado, grazie alla sua flessibilità, di variare  piuttosto  facilmente le linee di produzione, di ridurre il numero di ciascun prodotto, ma di  diversificare maggiormente le collezioni. Maggior numero di prodotti, ma limitando il numero per ciascuno di essi.
Pur non tralasciando la necessità di sottolineare uno stretto rapporto con l'espressione artistica, avviò una ricerca mirata alla produzione seriale.
In concomitanza con tali ricerche, proprio all'inizio degli anni novanta, si ebbe l'opportunità di una collaborazione con una realtà industriale bergamasca:
per la Acerbisform  furono realizzati alcuni progetti ed uno di essi, il tavolino basso in lamiera "Vesuvio", fu presente nello stand dellìAzienda al salone del Mobile di Milano del 1990.
Sempre nel '90 fondò  la "OggettiPrtogetti snc" con i collegh.i architetti Esposito, Santaniello, Vigneri e Bonagura (quest'ultimo poi sostituito da Artese) e, grazie alle collaborazioni con un'ottima squadra di artigiani, furono così realizzati e distribuiti  numerosi oggetti e complementi, inizialmente in piccola serie, alcuni dei quali ebbero anche riconoscimenti importanti.
Alla conclusione di quella sperimentazione produttiva, ebbe inizio un nuovo percorso con l'assunzione dell'incarico di Direzione Artistica per una piccola realtà produttiva napoletana che intendeva affrontare l'introduzione del design nel proprio catalogo. In quegli anni fu realizzata e distribuita in Italia la collezione "Artdesign" del Cantuccio della Ceramica.


 


  


              

                 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


1990 - tavolino basso "Vesuvio"  in lamiera ossidata per Acerbisform BG


1990 - Vassoio "Righe", varie essenze, ottone e rame  per "OggettiProgetti"


1990 - Librerie modulari "Traliccio"

 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


1990 - Specchio "Drappo" - applicazioni in ceramica


1990 - Specchio "Con le mani" - applicazioni in terracotta


1990 - Tavolino multifunzione "Troppopikkolo"

 
 




 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

1991 - Mensole in acciaio ramato

1992 - Téte a téte "Coffee Time" - (Triveneto Design)

1993 - Specchio "Purp"

 
 

                                   

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   

1994 - "Eppur si muove"  mobile d'arte  sonoro (con S. Spataro)

1994 - Tavolo basso "Baroccone" con inserto amovibile in ceramica a smalto bianco

   
   

 

   

1994 - mobile bifacciale attrezzato

1994/95 - "Tondo" e "Solerosso" specchi con cornice o inserto in ceramica

         
   

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