Page 9 - LIBRO FARE DESIGN
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Così,  mentre  insieme  ad  altri  cercavo  di  svolgere  un'analisi  che
                generasse una ipotesi di lavoro più complessiva, avviai una prima
                fase di verica progettando, e facendo realizzare da un gruppo di
                artigiani resisi disponibili, una serie di oggetti in diversi materiali che,
                pur  tenendo  conto  dei  limiti  tecnici  precedentemente  riscontrati,
                potessero  dimostrare  possibile  un  innalzamento  qualitativo  e
                suggerissero nuove potenzialità anche sul piano economico, oltre che
                sociale e culturale. Nello stesso tempo  tesi ad indagare i linguaggi e
                le  tendenze  artistiche  moderne  e  contemporanee.  Così  furono
                realizzati alcuni oggetti, chiaramente riconoscibili come risultato di un
                processo  ideativo,  ma  basati  su  lavorazioni  semplici  (come  ad
                esempio il taglio e la sola fresatura con sega circolare), o sull'utilizzo di
                materiali facilmente reperibili in loco (come la sagomatura di pannelli
                lignei abbinati a laminati plastici in tinta unica o decorati). Anche la
                lavorazione al tornio fu ampiamente usata e rivalutata per realizzare
                oggetti niti, ma anche per manipolare il prodotto della tornitura,
                tagliandolo  e  ricomponendolo,  per  realizzare  oggetti  diversi.  Tale
                sperimentazione rivelò subito che, nonostante un certo interesse e
                talvolta  entusiasmo  per  affrontare  occasioni  di  lavorazione  che
                interrompevano la routine, e l'attenzione mostrata per la lettura dei
                graci di progetto (cosa a cui non sempre era abituato), l'artigiano,
                per  mancanza  di  una  cultura  del  rispetto  reciproco  tra  momento
                ideativo  e  momento  esecutivo,  evidenziava  una  tendenza  ad
                appropriarsi delle idee che gli venivano proposte per la realizzazione,
                per riutilizzarle poi a propri ni. Fu, quindi, necessario in seguito
                mettere in atto una strategia di difesa, mutuata da altre esperienze già
                da tempo collaudate (produzione di borse o scarpe etc.), per cui si
                progettarono oggetti multimaterici, la cui realizzazione venne afdata
                ad  operatori  diversi.  I  vari  elementi,  che  costituivano  l'oggetto
                completo, venivano poi assemblati in apposita sede.
                Gli oggetti realizzati in quegli anni, appartenendo ad un periodo di
                inizio della pratica progettuale, evidenziavano, come già accennato,
                una certa  vicinanza al  mondo accademico  ed una concezione del
                design  più  in  linea  con  la  visione  ufciale,  derivante  soprattutto
                dall'informazione proveniente dalle riviste milanesi.(1)   Tuttavia la
                crisi del sistema design, come si sa, era già in atto e la ricerca di
                soluzioni,  avviata    soprattutto    attraverso    il  riavvicinamento  ai
                numerosi movimenti artistici moderni e contemporanei, sembrava
                dare    nuove  speranze  al  rapporto  ideazione-produzione.
                Questo inuenzò quei primi progetti sul piano linguistico, per i quali
                le riessioni  e  le innovazioni dei  maestri  del  Novecento divennero


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