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più vicino alla loro consuetudine visiva nel tentativo di ripercorrere con occhi rinnovati tran-
                   ches della  nostra cultura, darle significato, senso, nuovo spessore. Da qui, il senso del loro
                   immaginario mediterraneo che è stata alla base della loro ricerca. Da queste istanze proget-
                   tuali sono nati vasi, leggii, specchiere, taccuini, lampade, tovaglie, posacenere, chaises lon-
                   gues, portariviste, oggetti musicali, ecc. che vengono così a disporre un universo di senso per
                   cui la “struttura significativa”, di cui l’oggetto porta le tracce, espellendo da sé il significato di
                   alcune forme inautentiche del mondo, diventano “forme coerenti di espressione dell’anima
                   umana” (Goldman), in quanto, penetrando nella segretezza della forma e della loro storia
                   diventano il segnale di confine spaziale entro cui, secondo l’indicazione di Simmel, “l’Essere
                   e il Non-più-essere della cosa sono la stessa cosa”. Questo processo avviene attraverso l’im-
                   piego di materiali diversi.
                   Legno, ottone, ceramica, rame, ferro, ecc. sono chiamati infatti a dispiegare questo universo
                   di segni linguistici. Sia quando accedono con semplici procedimenti all’unicità razionale del
                   percorso creativo, sia quando cadenzano con gioiosa e partecipe fantasia ironica il confine tra
                   due latenti opposizioni, sia quando con stupore e meraviglia rincorrono immagini profonde
                   dell’inconscio, sia quando istituiscono con arditi accostamenti formali un rapporto tra inven-
                   tio e ordine naturale e storico delle cose.
                   Insomma, in ciascuno degli artisti-designers, con il supporto, l’esperienza e la fattiva colla-
                   borazione degli artigiani, agisce un’azione profonda dove arte, tempo e connessioni culturali,
                   come tante seducenti idee di piacere, si intrecciano con evidenti valenze estetiche, al fine di
                   rinnovare lo spazio della nostra quotidiana esistenza alla ricerca dell’intervallo perduto di cui parla
                   Dorfles e dello scambio simbolico tra competenza ed esecuzione di bachelardiana memoria.
                   Ulteriore segno di questo mondo fantasioso dal forte accento mediterraneo si è aggiunto
                   anche la donazione, ogni fine d’anno, la pubblicazione di un calendrier, in cui in forma di rés-
                   umé viene offerta al pubblico l’estesa campionatura del lavoro annuale di ciascun operatore,
                   a testimonianza della loro fedeltà al progetto iniziale tessuto da tenace e coerente bellezza.
                                                                                                    g.p.






                   1) Cfr., rivista Ágalma, n. 20/21, ora in: La società dei simulacri, Nuova edizione, Mimesis, Milano 2011.
                   2) Nella premessa a L’avventura situazionista, op. cit., p.9 ci sembra estremamente chiara la posizione critica su una componente politica
                   attualmente al governo. Egli afferma infatti che “a differenza dell’Internazionale Situazionista, manca invece nel Movimento 5 Stelle l’i-
                   stanza etico-estetica verso il miglioramento incessante di sé stessi, che attribui-sce la massima importanza non a ciò che uno è, ma a ciò
                   che dovrebbe essere. In altre parole, bisogna essere degni di ciò che si professa, per poter indignarsi”. Ciò chiaramente non vale solo per il
                   Movimento 5 Stelle, ma per l’intera rete dei componenti della politica attuale italiana, e non solo.
                   3) M. Perniola, rivista Ágalma, op.cit., p. 39.
                   4) M.Perniola, Ibidem, pqg 37.


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