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Gerardo Pedicini
                                      Riflessione sull’ipotesi di un design mediterraneo



                   La condizione moderna, o per meglio dire postmoderna, è caratterizzata da una insignifican-
                   za dei valori e dal divario che si è venuto a istituire tra realtà e immaginazione. Nel saggio
                   Simulacri del potere e potere dei simulacri, pubblicato nel n.20/21 della rivista Ágalma  (1) da lui
                   fondata, Mario Perniola traccia una attenta analisi del rapporto tra reale e immaginario. Ne
                   individua i legami esistenti e le “conseguenze sociali e psicologiche dei mass media, dell’indu-
                   stria culturale, della nuova pubblicità” (2) che hanno portato al dissolvimento sia della politica
                   (3) , sia della cultura. Ne esce un quadro preciso e dettagliato.
                   Da qui un incrocio di interrogativi. Quali le cause del divario tra pensiero e azione? Come
                   superare la “designificazione del reale” (4), “la sua insignificanza, la sua idiozia? In altre pa-
                   role come uscire, da un lato, dal suo carattere semplice, particolare, unico, indistintamen-
                   te fortuito e, dall’altro, come evadere da una concezione di una cultura spettacolarizzata,
                   completamente ripiegata su sé stessa, ben sapendo che è lo specchio deformante della stes-
                   sa realtà storica, in quanto ne designa la sua totale incapacità e impermeabilità a sostene-
                   re dei veri significati? Nodi complessi, niente affatto semplici. Il punto da cui partire è la
                   consapevolezza dello stato di inutilità della realtà e della cultura; situazione che  non deve
                   essere affatto ignorata, al contrario deve essere affrontata con spirito critico, analizzata in
                   ogni suo aspetto ed “estesa e generalizzata”, in quanto è la base di partenza per ricom-
                   porre la frattura creatasi tra realtà e cultura, l’unica via possibile per riempire il vallo adria-
                   neo che ci consentirebbe di superare, dal di dentro, il senso di inutilità e nichilismo che
                   attanaglia la coscienza dell’uomo contemporaneo e che ci indicherebbe la via per uscire,
                   con “spirito critico”, dall’inane asservimento ai processi merceologici del potere economico.
                     Queste le basi su cui hanno costantemente operato i gruppi come l’ Archimass che, ancor
                   prima di produrre nuovi oggetti di design, si sono posti il problema di mettere ordine nel
                   sistema dell’arte, di ridiscutere, approfondendole, le tematiche ideologiche che sono alla base



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