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...frutta e caffè - “Anemone” e “Tazzine Inutili”
realizzazione: laboratorio di ceramica Nino Castaldo
fruttiera - centrotavola “fruitkiller” e nontazze da caffè
Ettore Sottsass, celebre designer il cui pensiero, insieme a quello di personaggi
come Mendini, De Lucchi, Gaetano Pesce, Ugo La Pietra, mi ha accompagna-
to in questi anni di ricerca, ha detto una volta “ Mi arrabbio quando mi dicono
che sono un artista; cioè, non mi arrabbio ma sono fondamentalmente un
architetto’’. Condivido ancora oggi questo sentire; ma, va chiarito subito, sen-
za alcuna volontà di stilare primati di categoria. Sottsass intendeva dire, ed io
aderisco, che l’artista ed il designer (o l’architetto) seguono percorsi diversi per
raggiungere forse gli stessi obiettivi e dovrebbero tendere ad una costruttiva
collaborazione. lo, però, mi sento di aggiungere, facendo riferimento alla mia
personale esperienza ed al mio personale percorso creativo, di aver addirittu-
ra scelto di rimanere un passo indietro, con atteggiamento di “accoglienza”
dell’arte e delle istanze degli artisti, al fine di elevare il mio approccio. Questo
ha richiesto, naturalmente, la riduzione a elementi apparentemente di secondo
piano di due capisaldi della cultura del progetto della mia generazione: l’idea
di funzione ed il prevalere della ragione. In realtà nulla è stato eliminato, si è
solo trattato di rivedere l’approccio metodologico. Ho ritenuto necessario, per
ricondurre il design alle sue origini, privilegiare la funzione estetica rispetto a
quella d’uso e, per questo, ho cercato l’arte. Naturalmente poi è venuto an-
che il resto: l’ironia, il gioco, lo spirito critico, la provocazione, la rottura degli
schemi e tanto altro. Insomma la costruzione di un linguaggio. Alla fine, però,
ogni processo è stato (ed è) filtrato dalla razionalità, perchè le cose abbiano un
nelle immagini sopra: senso. Spesso, negli oggetti che disegno, recupero la “memoria”, talvolta della
Anemone e Vasocorno, studi e schizzi di
fruttiera e vaso funzione, tal’altra della forma o del decoro, ma sempre dichiaro un aggancio
Anemone (2000), presentato per la con l’arte, per restituire ad essi una vita autonoma rispetto alla consueta e
prima volta al Festival Internazionale banale azione d’uso e consentirgli di ristabilire quell’antica e dimenticata rela-
della Ceramica di Faenza, particolare.
Anemone, Raffaele Scuotto con il sin- zione affettiva con il contesto.
daco De Magistris in occasione della
mostra Polis alla Nea Art Gallery
a fianco
Anemone, nella versione a smalto bian-
co, tra gli oggetti dell’Esodo, presentati
in occasione della mostra napoletana
ad Intra Moenia La casa a arte con
Luciano Scateni, Alberto Lombardi e
Sergio Spataro, 2000
nella pagina a fronte:
Anemone, fruttiera “fruit killer”, 2000
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