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L’idea fondante della OggettiProgetti fu quella di immaginare, mutuando gli
esempi di modelli produttivi utilizzati in altri settori, come ad esempio per la
realizzazione delle borse o delle scarpe, di riorganizzare e gestire la diffusa
presenza sul territorio di figure di piccoli artigiani ai fini di una produzio-
ne di livello innovativo e qualitativamente più elevato. Ceramisti, fabbri,
falegnami, tornitori, marmisti, fonditori ed altri, quasi sempre mortificati da
lavorazioni di routine, quando non umilianti, sembravano rappresentare gli
esponenti di quell’industria diffusa a cui si tendeva per la realizzazione di un
ambizioso progetto. Industria, quella a cui guardavamo che, sebbene tutta da
costruire, poteva divenire l’alternativa risolutiva a quell’altra industria, quella
tradizionale ed istituzionale che, ormai in evidente crisi, si avviava all’obsole-
scenza. L’industria diffusa presentava il vantaggio, ad esempio, di preservare
le caratteristiche dell’artigianato, mettendone in luce le caratteristiche, come
ad esempio la realizzazione di esemplari sempre unici, anche quando rea-
lizzati in molte copie; di poter facilmente adattare la produzione seriale alle
esigenze del mercato e quindi rendersi flessibile ed aperte ai cambiamenti; di
non avere necessità di concentrazione e, quindi, di crescita sproporzionata
in termini di siti produttivi e tecnologie di grandi proporzioni e potenzialità.
Tutto ciò faceva presupporre, di conseguenza, notevoli risparmi in termini
di investimenti e spese, potendosi limitare il tutto alla creazione di uffici ge-
stionali per la progettazione, amministrazione ed assemblaggio, peraltro con
un investimento, almeno nella fase iniziale, di proporzioni limitate. Esiste-
va il problema, però, della difesa dei progetti, essendo l’esecutore materiale
troppo spesso propenso ad appropriarsene: la soluzione fu la progettazione
di oggetti e complementi basati su una “multimaterialità” semplice, compo-
sti, cioè, da elementi di materiali diversi. La fase successiva prevedeva la pro-
qui sopra dall’alto in basso:: duzione differenziata affidata a più operatori diffusi sul territorio, nessuno
L. Santaneiello, Segni nel Tempo, dei quali conosceva il progetto completo, ed assemblare poi in sede.
orologi da parete
M. De Chiara/ E, Vigneri, Ludo,
set di posacenere in ceramica;
E. Vigneri, Zuccheriera, ceramica;
M. De Chiara, Il Cappello del Prete,
contenitore centrotavola;
M. De Chiara, Mariuccia, console il
legno naturale o tinto, piano in vetro
nelle immagini sopra:
serigrafato e vuotatasche.
“Donidelmare” gioielli.
1) “ammaliante trovatello”
a fianco:
E. Vigneri, Lem, tavolino in legno;
2) ”us and them fo web”
M. De Chiara, Lola, cassettiera in ciliegio.
nella pagina a fronte:
pagina a fronte:
3) “accattivanti sinuosità”
pagina del catalogo.
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