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“Memorie Sonore”
teca a mo di scrigno dei ricicli.
“Non c’è mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, nuovi sentimenti da
sperimentare”. (John Coltrane)
Suoni perduti e riscoperti grazie ad uno scrigno che custodisce materiali
poveri raccolti e trasformati prendendo nuova vita, è così che la teca delle
memorie sonore diventa oggetto degli “spazi del design” ed in particolare
dello spazio della musica.
Ormai sommersi dal caos metropolitano abbiamo perso la ricchezza dei quei
suoni naturali ed ancestrali che hanno accompagnato l’uomo nella storia.
Suoni perduti, dimenticati… che rinascono all’interno di un piccolo scrigno
interattivo dove l’osservatore viene chiamato a diventare parte attiva della
ri-scoperta.
Battere, sfiorare, girare… per ascoltare immaginando tutte quelle sonorità
ormai perse, il suono delle onde del mare, i passi sui sassi, il fruscio del
vento… custoditi all’interno di oggetti-rifiuti che assumono un nuovo signi-
ficato attraverso i suoni che essi stessi creano.
Una finestra immaginaria su un paesaggio sonoro perduto da aprire, scoprire
per immergersi in sonorità naturali lontane e dimenticate.
in questa pagina e a fianco:
immagini di particolari della teca
Memorie Sonore e dei vari elementi
in essa contenuti
nella pagina a fronte:
Memorie Sonore, teca a mo’ di
scrigno dei ricicli
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